Protagonista Enrico Guarneri
Regia Antonello Capodici
cast da definire
Sinossi
Siamo in Sicilia, all’inizio del secolo scorso, in un’amena località agricola ai piedi dell’Etna: l’ex maresciallo della Guardia di Finanza, Pasquale Minnedda, inganna l’ozio del pensionato attraverso l’hobby – invero assai bizzarro – d’accasare chiunque glicapiti a tiro. Sfida ardua di per sé, stante le rarissime occasioni d’incontro e le nulle attività sociali del siculo contado. Sfida ancor più ardua stavolta, trattandosi di maritare due ricchissime ma orripilanti zitellone: le terribili sorelle Matamè. E dire che gli aspiranti al talamo ci sarebbero pure: un pacioso ex professore di Lettere ed uno spiantato militare “del Nord”. Riuscirà il Nostro eroe a vincere una partita di siffatta complessione? Naturalmente sì.
La commedia è un capolavoro. Il protagonista (il piccolo Pasquale Minnedda, ora “eroe”, ora no) presto diviene molto più che un personaggio teatrale di successo: diventaun Mito. Pasquale Minnedda – con la sua goffaggine, la sua mediocre propensione all’ipocrisia, la sua piccolezza di sogni e di vedute, la sua istintiva inclinazione alla pigrizia ed al piagnisteo, ma anche con la sua istintiva umanità e bonomia – è, contemporaneamente, la parodia di una certa sicilianità sovrapposta a quella di una certa italianità. Gags e colpi di scena e di teatro. La sceneggiatura perfetta. Sul palcoscenico oggi c’è il talento assoluto di Enrico Guarneri, il quale si accoda alla scuola inarrivabile dei Musco, dei Ferro, degli Spadaro per darci il suo contributo. “La Versione di Enrico”. Il classico di ieri che diventa il teatro di sempre. Si ride. Ci si indigna. Ci si commuove. E si ride ancora. E ancora e ancora.