Adesso in scena le compagnie amatoriali del territorio. Bilancio della stagione incoraggiante.

Applausi finali, peraltro ben meritati, dalla compagnia di Antonio Grosso che è anche autore, con 227 repliche con quella di ieri sera, di questo “Minchia signor tenente” che ha chiuso il sipario sul cartellone della stagione teatrale del Garibaldi con un bilancio positivo e molto incoraggiante. La scelta di questa pièce, anche questa dai contenuti molto seri e impegnativi ma affrontati con allegria e leggerezza, si è mossa nell’abito della ragione d’essere di questa stagione firmata Carlo Cartier.
Uno spettacolo ben riuscito in scena ininterrottamente dal 2008: “Minchia signor Tenente” con la regia di Nicola Pistoia, con Antonio Grosso, Gaspare Di Stefano, Alessandra Falanga, Francesco Nannarelli , Antonello Pascale, Francesco Stella, Ariele Vincenti e con Natale Russo ha intrattenuto con lievità un pubblico che ha molto apprezzato la scrittura, ora ironica e ora irriverente e spesso esilarante, di un testo che affronta il tema della sicurezza della collettività che storicamente è riposta nelle mani dei carabinieri “Minchia signor tenente” racconta una storia semplice: In un piccolo centro di un’isoletta siciliana c’è una caserma dei carabinieri dove scorre una vita tranquilla, priva di patemi.
Gli appuntati mandati lì e nati in regioni diverse evadono, di tanto in tanto, qualche pratica sui permessi di caccia. C’è un omettino del posto, un simpatico Natale Russo, caratterista di antica data, che spesso li raggiunge per sporgere incredibili denunce; una panettiera innamorata del soldatino umbro-marchigiano, un amore che il regolamento militare vieta, e un latitante che gira in paese sul quale è meglio far finta di niente.
Il filo della tranquillità quotidiana comincia ad agitarsi all’arrivo di un tenente inviato dal comando generale, predisposto all’assegnazione di una missione delicata: scortare un noto magistrato minacciato di morte dalla mafia.
La commedia scatena irresistibili risate, in un alternarsi di battute in vari dialetti che delineano personaggi che, oltre che essere carabinieri, sono prima di tutto uomini.
Una caserma che sembra essere una casa, dove s’incontrano personaggi di varia umanità, tutti uniti nella lotta contro il malaffare, anche a costo della vita. Ma sulla scena aleggia come un fantasma un temibile mostro, la mafia, che avvelena la vita dell’isola, ma anche di tutto il nostro Paese. Uno spettacolo che affronta un tema difficile e spinoso con intelligenza, ironia e sensibilità.
Prima dell’apertura del sipario il presidente della Fondazione Teatro Garibaldi, il sindaco Ignazio Abbate, il suo vice, l’avv. Peppe Polara, il soprintendente, Tonino Cannata e il direttore artistico, Carlo Cartier, hanno salutato il pubblico e ringraziato quanti, a cominciare dagli sponsor, dagli abbonati e dal pubblico hanno reso possibile il sostegno alla stagione teatrale che comunque continua con la messa in scena delle rappresentazioni delle compagnie amatoriali del territorio.
Il sindaco ha annunciato la continuità a breve dell’attività artistica in altri spazi culturali, che si aggiungeranno all’Auditorium “P. Floridia” e al Convento dei Carmelitani che sono il chiostro e la Chiesa di Santa Maria del Gesù, Cava Ispica e l’Auditorium “Nannino Ragusa” di Marina di Modica. Alla fine un rinfresco di commiato nel foyer del Teatro ha ufficialmente chiuso il cartellone ufficiale della stagione.