Data Evento
5-6 Gennaio ore 18
platea e pachi centrali
€10
palchi laterali e loggione
€8
prevendita
€1
opera musicale, sceneggiatura, musiche, liriche progetto scenografico e progetto luci Giuseppe Spicuglia
arrangiamenti orchestrali Giuseppe Cugno
una produzione de Il Cuore di Argante
n co-produzione con Fondazione Teatro Tina Di Lorenzo, Centro Giovanile Teresa Schemmari
ispirato al romanzo di Alexandre Dumas
costumi Maria Amato e Chiara Spicuglia
coreografie Valentina Caleca ed Emanuela Ucciardo
supervisione alle coreografie Jaime Urciuoli
progetto esecutivo scene Giuseppe Bonfiglio
fotografia Pierraffaele Platania
riprese e montaggio Roberto Celestri
assistenza alla regia Giorgio Rizzo

Una leggenda incarnata nella storia, una vicenda che nell’immaginario di chiunque rappresenta un legame esemplare tra l’eroismo più audace e l’umanità più autentica, intrisa di limiti talvolta drammatici ma più spesso di virtù capaci di cambiare il corso delle cose. Non è un caso che la Compagnia “Il cuore di Argante” abbia scelto proprio “I tre moschettieri” per costruire la propria prima vera produzione interamente originale. Sarà Dumas in persona ad accompagnare il pubblico nella Parigi di Luigi XIII e di Richelieu, dove arriva dalla Guascogna il giovane D’Artagnan, che sogna ardentemente di diventare un moschettiere e di conquistare la gloria e l’onore “col dar sapiente di spada”: verrà invece travolto da intrighi, scandali e sotterfugi. D’Artagnan potrà contare sulla lealtà e il coraggio dei suoi tre moschettieri, nonostante il loro eroismo sia spesso “appannato” dalle contingenze e dalla disillusione verso una città corrotche li spinge a rifugiarsi nella lussuria, come nel caso di Porthos, nelle crisi mistiche, come in quello di Aramis, o in ineguagliabili sbornie, come quelle di Athos. E soprattutto incontrerà la dolce Costanza, dama di compagnia della saggia Regina Anna d’Austria, donna austera e “talmente virtuosa che il re accostarla non osa”. Le loro avventure, accompagnate da una colonna sonora ispirata e travolgente, terranno gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo incrocio di spade. Sarà ancora Dumas a indurli infine ad una profonda riflessione su un tema purtroppo mai assente nella storia dell’uomo: quello del più forte che affligge il più debole, che fa gridare agli oppressi “pietà ad un Dio che possa risparmiare tutti, ladri per fame e farabutti ma che punisca quei Re che per vanità uccidono i poveri come me”, un Dio che possa redimere chiunque, anche il più efferato tra i criminali, quando questi sia mosso da un sentimento di pietà verso il prossimo.