Data Evento
1-16 giugno 2019 / 3-25 agosto 2019
Orari
da martedì a domenica 17-21 - lunedì chiuso
Ingresso 2 euro
Luogo Evento
Modica - Ex Convento del Carmine, Piazza Matteotti
A cura
Najme Arshadi, Paolo Nifosì e Tonino Cannata

Desiderio dell’immortalità
Ali Asghar Kalantar

Nel misticismo islamico il desiderio di essere visto è una richiesta divina. Il desiderio eterno che ha creato la vita e ha messo l’uomo di fronte all’eternità. In un Sacro Hadith il Signore dice: “Ero un tesoro nascosto e volli essere conosciuto, così ho creato la creazione affinché mi conosca...”. La Creazione e l’Amore sono due manifestazioni della divinità della donna iraniana. Lei nella sua natura desidera di essere vista: una volontà divina. La mostra fotografica “Donna iraniana racconta donna iraniana” è un tentativo di trasmettere donne e ragazze oneste e vere che vogliono raccontare, con passione, la loro storia per farsi conoscere. Per qualche minuto mettete da parte tutto quello che è stato espresso nella storia della magnifica arte e letteratura iraniana. In questa mostra, guardate il Dovere e l’Essere della donna iraniana, che ha lottato nella sua lunga storia, ferita dalle guerre subite e dalla lotta estenuante contro bigottismo, ignoranza, tempo e parola.
In ogni immagine, nello stesso momento, ci sono due donne e presenze nascoste:
soggetto, fotografa e geografia. Narratrice e narrazione sono entrambe “donna iraniana”. La fotografa è “narratrice”, e la donna nella foto è “narrativa”. E ciò che unisce queste due è una geografia che determina la religione, la razza, la società, la famiglia e quello che è lei. Le storie sono diverse e l’artista è sempre alla scoperta. Riscoprire sé stessa, la fede, la dignità, la bellezza, il dolore, la gioia, la tristezza e la tolleranza. Quello che si presenta davanti agli occhi dei visitatori è un collettivo selezionato fra tante diverse opere che hanno partecipato a un bando tramite woart.ir, in una situazione in cui la crisi economica causata dalle sanzioni ha messo il popolo iraniano sotto una pressione enorme. Questa mostra è un omaggio alle madri iraniane, madri di attesa, madri dell’amore, madri di preoccupazione e madri della ninnananna.

Paolo Nifosì
Mi viene difficile comprendere il dibattito politico internazionale sull’Iran guardando le immagini di questa bellissima mostra fotografica di 100 donne iraniane che fotografano donne iraniane. Difficile digerire le sanzioni dell’Occidente, l’integralismo islamico, l’individuazione di un mondo nemico, le ideologie di segno opposto, la condizione femminile in Iran, gli enormi interessi petroliferi, il nucleare e tutte le diavolerie che i potenti della terra spesso alimentano. Dicevo mi viene difficile rispetto all’intelligenza, alla sensibilità, al gusto che le fotografie di questa mostra narrano. Un mondo quello iraniano che l’Occidente non ha visitato se non sporadicamente. Mi trovo davanti ad immagini molto variegate, tra sofisticazione e povera realtà agraria, tra forme di rara invenzione e colori, sapori di un’antica e contemporanea civiltà che sentiamo anche nostra. Volti scavati dalla fatica e dagli anni e volti vellutati di giovani donne, donne viste tramite una mano che sbuca da una veste a fiorami, donne che ricamano, ritratti con capelli che diventano lamenti di luce, donne che dialogano sui tetti terrazzati, in interni di gusto occidentale, donne travestite con baffi da uomini, o truccate nel volto con disegni variopinti, donne che dipingono ombrelli variopinti su una parete di un palazzo, donne che suonano sul marciapiede di una passeggiata metropolitana, donne in ambienti poveri, portali con raffinate porte in ferro battuto e con elaborate piastrelle maiolicate, macellerie, pescherie. C’è di tutto in un contesto in cui è l’abbigliamento ad essere protagonista: hijab, chador, fazzoletti, foulard in immagini che suggeriscono, alludono dove è l’enigma ad essere il filo che tiene insieme un mondo per noi sconosciuto nei suoi significati e che possiamo solo percepire in modo frammentario. Una rara finestra su una cultura e su una condizione femminile che aspira ad una maggiore e naturale libertà.